Giunto all’ingresso della chiesa con la sensazione di attraversare un varco angusto, oltre il quale sapevo che la mia aspettativa si esaudiva solo se fossi stato “aiutato” a sciogliere il cuore, i dubbi di insuccesso tentavano di possedermi.

Ma in cuor mio sapevo che Gesù non mi condannava e provvedeva a scacciare ogni falsità; anzi, credo che il peccato si afferma proprio quando non riesco a cercare Dio, permettendo al dubbio e all’incredulità di infettare il mio cuore e la mia mente. Ma… concretamente… quali erano le motivazioni e le intenzioni che mi portavano lì? (Ebrei 4:12)… Era la reale e impellente necessità personale?, il semplice desiderio di condividere la Parola di Dio con la Chiesa?… oppure operare e intercedere insieme per ottenere il miracolo di liberazione e guarigione per il bene comune?… e ancora… fino a che punto ho valutato il disagio dei nostri ragazzi e ho chiesto al Signore di guidarmi?

Il Pastore Deborah esortando la Chiesa a considerare questi argomenti, in ascolto con lo Spirito Santo, affermava il bisogno di verificare con urgenza la consistenza dei motivi e degli intenti personali. Questi erano puri e frutto di un reale ravvedimento, che riconosce nelle proclamazioni e negli atti i propri errori?… e se così era, avevo piegato le ginocchia (Efesini 3:14) del mio cuore per donare agli altri la stessa misericordia, che avevo ricevuto da Dio, attraverso il sacrificio di Gesù? Certamente avrei potuto convincermi di possedere e governare con questa virtù, che mi inclina verso il perdono, la comprensione o la pietà verso gli altri; ma riconosco che, quando il nemico mi attacca, condizionato dalle mie avversità, questa perde quell’effetto spirituale, che opera nell’albero della vita e solo per amore. Ed ecco l’amore, appunto!… L’Amore di Dio che è la forza più grande, che è lo Spirito Santo. Sentivo nello spirito che, umanamente, non poteva venire da me… e se non veniva da me non sarei mai stato capace di riversare sugli altri ciò che non possiedo. Quindi, arrivato il momento dell’unzione per ricevere l’Amore di Dio, dovevo intenzionalmente essere disposto a non guardare al mio cuore indurito e uscire: …”Ricevi l’Amore di Dio!… Ricevi l’Amore di Dio!… Ricevi l’Amore di Dio!…”. Questa era l’esortazione del Pastore Deborah imponendomi le mani. E in quel momento mi assaliva un ostile turbamento, alimentato dal dubbio di non riuscire a sciogliermi dall’ingombrante presenza della mente, che alimentava ancora un orgoglio debole, ma sufficiente a rovinarmi la vita.

Essenzialmente, lo spirito mi chiedeva: “Fino a che punto hai l’ardore di voler tornare a Dio, per avere quella gioia che viene dallo Spirito Santo, e che è l’esito puro dell’intendimento che Dio ti ama, con la stessa ampiezza di quando sei nato di nuovo?”… La risposta dal cuore era: “Si Signore! Voglio ricevere il Tuo Amore, con tutto il mio essere, e riversarlo sugli altri senza sforzo, nel Nome di Gesù”! Mentre ero steso a terra, ad occhi chiusi e assorto nel riposo, improvvisamente ho sentito un grido che “scuoteva il tempio”. Che espressione insolita quest’ultima! E cosa dire dell’espressione: Stracciarsi le vesti?”… Eppure, ascoltando lo Spirito, emergevano queste impressioni. Nel contegno grave del Pastore Giosuè, esplodeva il dolore per gli esseri bisognosi dei nostri territori e nel suo gemito l’invocazione a Dio per il risveglio, in una chiesa che dopo molti anni era ancora indurita nel cuore…Sì!!! Ora sentivo che era giusto profetizzare!!!… Chiamare all’esistenza chi ancora non si vedeva e i matrimoni voluti da Dio che bisognava celebrare; e poi il ritorno di persone scelte per essere discepoli del Signore… Sì! Adesso era necessario e giusto profetizzare!!!… E imporre le mani, e pregare tutti insieme in ginocchio o in piedi, con le braccia alzate, e provare misericordia, anche per le persone della nostra chiesa, bisognose di incoraggiamento e guarigione per il corpo, per l’anima e per lo spirito, nel Nome di Gesù. Sì!!!… Gesù era in mezzo a noi (Matteo 18:19) e, attraverso lo Spirito Santo, che aveva operato in tutta la comunità, si è sentito un disgelo. Ma anche il mio cuore si era sciolto e riuscivo a lodare e ringraziare Dio per le benedizioni ricevute.

Proprio così… quelle grazie che avevamo ricevuto nello spirito, mediante la fede, adesso dovevo conservale, trattenerle lodando e ringraziando Dio del continuo, come per ricordarGli incessantemente le promesse. La proclamazione del versetto di Isaia 60:1 “Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta, e la gloria di Dio si è levata su te”, non era stata solo un’incitazione alla consapevolezza della resurrezione nella chiesa, ma era rivolta anche alla mia esistenza. Quindi, riuscire anche a condividere nell’assemblea un sogno riguardante un fratello, e divulgarne l’interpretazione venuta dallo spirito, era stato per me il segno di un piccolo cambio, di una disponibilità più incline a guardare a Dio per la crescita nella fede. Lentamente sentivo più viva la necessità di stare con la Parola di Dio, per ascoltare la Sua voce, per imparare ad essere più docile ed agire secondo la Sua volontà. La semina é stata una delle espressioni di questa volontà. La profezia, venuta dallo Spirito Santo e proclamata dai Pastori, consisteva nel ricevere una razione doppia di quello che avevamo già ottenuto in quel giorno. Siccome nulla è impossibile per Dio

(Luca 1:37) e io ci credo, tutto questo era già avvenuto per fede.

Ma… è già tempo del ritorno. La porta d’uscita sembrava essersi allargata e i primi rumori si sentivano provenire dalla strada. I motori delle automobili si accendevano, con le portiere che si aprivano e si chiudevano, i baci, gli abbracci, i cellulari che ritornavano all’attività frenetica consueta… L’atmosfera spirituale di pochi istanti prima si stava dissolvendo. Ma lo sapevo!!!… ecco, il nemico stava per arrivare… il momento era delicato… “Cosa credi d’aver trattenuto?”…, tuonava, sei solo dotato di una fulgida fantasia!… hai visto un sasso e un mucchietto di ottone, li hai messi insieme e poi sei riuscito ad immaginare una pepita d’oro!”. Prontamente, senza dare spazio alla mente, ho dovuto reagire nello spirito e scacciare l’intruso, nel Nome di Gesù.

Il resto del pomeriggio si era disteso tranquillo e alla sera, mentre mi appressavo a svolgere queste righe, dissi a mia moglie: “Sai… ho bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo, perché non è così semplice tradurre le cose che succedono nello spirito!”. E lei simpaticamente mi rispose: “Ah!…ma a te piace vincere facilmente!… guarda che io non vinco con facilità durante il giorno!”. Senza nessuna padronanza di quello che stavo pronunciando dissi: “E’ anche per questo che ti amo!”… Il suo abbraccio immediato, spontaneo e intenso era un segno che Dio era veramente presente. In cuor mio dicevo: “Ci sei Signore e mi ami!… e dopo tanto tempo, mi è scesa una lacrima di gioia”.

“Da una sedia fra una grande folla”

Con amore in Cristo Gesù, benedizioni

Diacono Vitaliano