Passaggio

Da bambino, mi soffermavo spesso a contemplare il crocefisso appeso sul muro nella camera matrimoniale dei miei genitori. Percepivo un’opera straordinaria ma non la sapevo comprendere, e nell’apparente contraddizione tra potenza e debolezza, i miei occhi semplici intravvedevano uno scontro tra quello che era cattivo e ciò che era buono. Ma, vedendo Gesù appeso, non mi era chiaro chi avesse vinto …..Mah!!!…mi dicevano che aveva sacrificato se stesso per salvarci dai nostri peccati…..e mi chiedevo : “ Cosa sono i peccati ?” . Sicuramente Gesù è stato qualcosa di unico e straordinario, pensavo; altrimenti perché vedevo crocefissi appesi in ogni casa, a scuola, in municipio e perfino sopra il banco del bar di mia mamma?.

Quando arrivò il tempo di imparare a “confessarsi di fronte ad un uomo” , non fui in grado di focalizzare bene la situazione e provai un grande senso di smarrimento. Se per peccato avessi inteso la semplice disubbidienza ai genitori, non sarei stato in grado di pronunciar parola, in quanto sopra la nostra casa vigeva lo stato di “ no fly zone” : qualsiasi bugia, azione, insinuazione, o comunque tutto ciò che poteva allontanarsi da rigide regole imposte, sarebbe stato subito e inesorabilmente “abbattuto”. Perciò fui costretto a studiare uno stratagemma conveniente, che potesse soddisfare il ruolo dell’uomo di Dio e nello stesso tempo anche quello mio… di nuovo peccatore. Quindi, dopo una lunga fila d’attesa, mi presentai al confessionale dall’uomo di Dio. Dopo i consueti preliminari in latino mi chiese finalmente quali peccati avessi commesso di fronte a Dio e agli uomini. Divenne quasi doloroso esporre fatti e azioni infantilmente trasgressive che non avevo commesso ma, nello stesso tempo contenute nel numero, per non subire una penitenza troppo severa e lunga da espiare. Per la prima volta sentii e compresi di essere diventato un vero peccatore. Uscito dall’edificio fui sollevato per aver superato quella prova. Ma un’ingiusta imposizione e un’assoluzione fasulla mi lasciavano la tristezza di non sentirmi più pulito. Non ci sono più tornato di mia volontà. Certamente, in quel tempo la mia relazione con il Signore non poteva essere intrisa di quell’autorità delegata che oggi conosco e cerco di vivere. Comunque, la purezza e la convinzione con cui Gli pronunciavo le mie suppliche sono ancora oggi per me un’esperienza intima che non dimentico.

La mattina, prima di andare a scuola, toglievo la croce dal muro della camera dei miei genitori, la infilavo nella cartella in mezzo ai quaderni ; l’avrei segretamente rimessa al suo posto al ritorno. Cercavo La presenza nella solitudine e, chiudendo gli occhi , supplicavo il Signore che quel giorno mandasse un supplente. Non sopportavo più tutti i pestaggi quotidiani che dovevamo subire in classe. Perciò, venne un giorno che l’insegnante si presentò con un braccio ingessato e al suo seguito una meravigliosa supplente. Non Gli feci più richieste così , perché temevo il peggio per il maestro ; ma Dio provvide, facendo accadere una situazione che negli ultimi mesi placò gli abusi di satana. Posso dire che quell’approccio spontaneo verso Gesù non concedeva spazio a falsità, pur riconoscendone , oggi , la tendenza alla religiosità.

Tuttavia , credo che quella genuina semplicità sia stata fondamentale ad accogliere Gesù nella mia vita, molti anni più tardi, con disponibilità di cuore e ringraziandolo per la Sua pazienza : “..durante il tempo della pazienza di Dio, per manifestare la Sua giustizia nel tempo presente, affinché Egli sia giusto e giustificatore di colui che ha fede in Gesù” (Rm 3:26 ). Con la proclamazione di Rm 10:9,10 (..poiché se con la tua bocca avrai confessato il Signore Gesù, e nel tuo cuore avrai creduto che Dio lo ha risuscitato dai morti , sarai salvato. Col cuore, infatti, si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione per ottenere salvezza ) , si trasformò la posizione della mia confessione: non ero più io che conduceva la preghiera o la richiesta ma, da subito, tutto dipendeva dalla volontà di prendere possesso delle Sue eredità in Cristo. L’esercitare la mia fede come un’arma vivente e confessare Gesù come Signore e Salvatore, esprimendolo dal cuore alla bocca, ribaltò la situazione interiore, sconvolse l’equilibrio precedente.

Di volta in volta mi chiedo se i miei comportamenti o i miei atteggiamenti sono corrispondenti con l’effettivo modo di sentire e di pensare di Cristo. So che questa sincerità è solo spirituale e dipende dalla mia relazione con lo Spirito Santo e non c’è spazio per le finzioni. Il mio legame d’amore con lo Spirito Santo mi fa comprendere che ogni cosa conveniente agli altri o a me stesso è sussurrata da Lui: “Chi ha messo nella mente la sapienza, o chi ha dato intendimento al cuore? “ (G.be 38:36). Effettivamente tutte le cose spirituali sono Sue. A volte ho delle piccole idee che sono visioni e mi rendo conto che vengono da Lui. Sono frutto della Sua intuizione e nello spirito riesco ad intenderle come reali e comprendo che sono realizzabili. E’ una bella certezza in cui Dio stimola la mia fede a credere di poter realizzare nel naturale, qualcosa di già visibile nei cieli : “ Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Fil. 4:13).

Mi rendo conto che questa posizione in Cristo per essere fruttuosa per me stesso e per gli altri non può essere inquinata. Soprattutto inizialmente, le attitudini erano appesantite da sforzi per mantenere una posizione spirituale accettabile e ricercare da me stesso di credere con sincerità. Come in parte enunciato sopra, confidare in Dio non comporta uno sforzo carnale per l’eccellenza morale anzi io devo affidarGli ogni peso, con la certezza che sarà Lui a sostenermi :“ Getta sull’ Eterno il tuo peso, ed Egli ti sosterrà; Egli non permetterà mai che il giusto vacilli ” (Salmo 55:22 ).

Ora ,del passato mi rimangono solo le cicatrici, non provo alcuna sofferenza nel ricordo e credo che il nemico se ne sia accorto. Spesso sono attaccato nello spirito vigliaccamente nelle aree più deboli e questo combattimento spirituale è ferocissimo. Nella mia “cameretta” ricevo perdono, prendo la mia autorità e scaccio i ne- mici nel nome di Gesù: “ Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi. (Giac.4:7 ). Nelle ultime settimane ho sentito di pregare con Fil. 4:4:7 “ Rallegratevi del continuo nel Signore; lo ripeto ancora rallegratevi. La vostra mansuetudine sia resa nota a tutti gli uomini; il Signore è vicino. Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù”.

Questo è l’invito chiaro dello Spirito Santo che mi incoraggia a combattere. Voglio esercitare la mia volontà per distruggere tutto ciò che è falso e che viene a minare la tranquillità della mia mente e l’agitazione dei miei sensi. L’inquietudine è stato uno spirito sempre presente nella mia casa paterna, dove si trovava sempre qualcosa di interessante inchiodato al muro. In cucina ,un quadretto in ceramica tipico degli anni sessanta rappresentava una baita di montagna in un paesaggio sereno e un cerbiatto che brucava l’erba del prato. Sul fianco una scritta. Quando imparai a leggere, salii sopra una sedia e lessi: “ La casa è piccola ma la quiete è grande”. Rimasi perplesso per l’inesattezza, mi girai e dissi a mia mamma: “Hanno sbagliato a scrivere !!..La casa è grande ma la quiete è piccola !! “. Lei abbassò gli occhi senza dire niente. Mi dispiacque molto. Nel combattimento per lo spostamento di queste montagne, ultimamente mi ha consolato molto la Parola in Isaia 51:12 “ Io, Io stesso sono Colui che vi consola; chi sei tu da temer l’uomo che morirà , e il figlio dell’uomo che sarà reso come l’erba? “. Le paure, infatti, vengono generate dagli uomini e i gradi di valore dati alle cose altrettanto.

Concludendo, credo che dopo il ravvedimento ci sia il sincero pentimento e cioè il rinnovamento della mia mente e del mio cuore. Lotterò con l’aiuto dello Spirito Santo e combatterò per vedermi come Lui mi vede , per imparare a vedere e aiutare gli altri secondo la Sua volontà.

Malo, 23 Novembre 2017,

Con amore in Cristo Vitaliano